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Oggi parliamo di edifici ZEB e NZEB: cosa sono?

Sempre più spesso nel settore dell’edilizia moderna si sente parlare di ZEB e NZEB ma, per i meno esperti il concetto alla base di questi acronimi è ancora piuttosto sconosciuto, vediamo di fare chiarezza.

La direttiva Europea in merito alle caratteristiche edifici ad energia quasi zero, ossia NZEB deriva da una specifica Direttiva europea, la 2010/31/UE (la nuova EPBD – Energy Performance Building Directive) che introduce il concetto di “energia quasi zero” per gli edifici di nuova generazione/costruzione sia pubblici che privati.

Tale direttiva disciplina che a partire dal 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere NZEB.

Il termine NZEB, acronimo di Nearly Zero Energy Building, viene utilizzato per definire un edificio il cui consumo energetico è quasi pari a zero. Gli edifici definiti ad “energia zero” o “energia quasi zero” appartengono a quella tipologia di edifici, residenziali o non, per i quali il rapporto tra l’energia prodotta e quella consumata è pari a (Zero Energy Building) o prossimo (Near Zero Energy Building) a zero, quindi, sono edifici ad elevatissima prestazione che riducono il più possibile i consumi per il loro funzionamento e l’impatto nocivo sull’ambiente

A fronte di una definizione tanto semplice e affascinante, la realizzazione di un edificio ad energia quasi zero implica uno sforzo progettuale notevole ed una tecnica accurata e ben integrata.

Da un lato è infatti necessario ridurre al minimo le dispersioni e gli aumenti di calore indesiderati attraverso la realizzazione di un involucro in legno altamente isolante e lo studio delle ombreggiature.

Case nZEB | Tipeco.it
Casa nZEB | Tipeco.it

Dall’altro lato è importantissimo che l’edificio produca da sé l’energia necessaria per ventilazione / climatizzazione, illuminazione, produzione di acqua calda sanitaria e altri consumi attraverso l’ausilio di fonti rinnovabili e sistemi passivi di riscaldamento e raffrescamento.

Non esiste una vera e propria regola univoca per la costruzione di un edificio a energia quasi zero, ma piuttosto alcuni principi da rispettare per sviluppare un progetto che sia il più possibile efficiente.

In base al contesto ambientale e climatico, il primo passo è sempre quello di ricercare soluzioni passive che minimizzino la domanda energetica e quindi la necessità di intervento degli impianti meccanici. Per questo motivo è fondamentale studiare aspetti quali la forma, l’orientamento e le strutture dell’edificio, prendendo in considerazione fattori quali l’irraggiamento, i venti prevalenti, le temperature e gli ombreggiamenti.

E’ chiaro che la casa ad energia quasi zero deve considerare le stagioni: in inverno dovrà sfruttare al massimo il calore del sole, massimizzare l’accumulo e garantire l’isolamento termico. Per assicurare un clima fresco in estate occorre schermare bene l’edificio, studiare la tecnica di isolamento termico più performante e i sistemi di ombreggiamento. Il calore deve essere captato il più possibile in inverno e fermato in estate, è importante garantire un buon livello di ventilazione naturale e di raffrescamento passivo, si deve avere un buon livello di illuminazione naturale e fare in modo che le dispersioni siano minime, con le giuste caratteristiche di isolamento degli elementi opachi e trasparenti.

Fatto ciò, l’energia che rimane necessaria per il funzionamento dell’edificio può essere fornita da fonti rinnovabili. È chiaro, quindi, che un edificio NZEB in un clima molto caldo sarà diverso rispetto ad uno costruito in un clima freddo. Infine, il costante monitoraggio dei consumi e l’introduzione di un sistema domotico permettono di raggiungere livelli di efficienza (e consapevolezza degli abitanti dell’edificio) molto elevati, integrando l’architettura con l’impiantistica e l’ingegneria.

Indipendentemente dalla scelta costruttiva e dalla tipologia di edificio, esistono caratteristiche imprescindibili che devono essere considerate e applicate nella progettazione e realizzazione di un edificio ad energia quasi zero:

  • l’involucro opaco e trasparente dell’edificio deve avere ottime caratteristiche di isolamento termico;
  • durante la fase progettuale devono essere eliminati, o per lo meno ridotti al minimo, i ponti termici dell’edificio, ossia tutti i “punti deboli della struttura” dove il possibile scambio di calore con l’esterno è maggiore; deve essere progettata e applicata la tenuta all’aria per evitare dispersioni di calore indesiderate;
  • gli impianti devono essere performanti, ottimizzati ed integrati e deve essere prodotta energia sfruttando risorse rinnovabili;

Altre caratteristiche peculiari degli edifici ad alta efficienza energetica sono indubbiamente la progettazione di sistemi di ventilazione naturale e/o meccanica, ed infine un eventuale sistema di impianto domotico per la gestione intelligente di impianti e dei relativi consumi.

Qualsiasi sia il protocollo scelto, quello che li accomuna è l’attenzione rivolta ad uno studio della progettazione sempre più integrata e mirata al risparmio energetico ed alla massimizzazione del comfort interno.

Un edificio bio-sostenibile a energia quasi zero, raggiunge il massimo della prestazione termo-acustiche utilizzando la tecnologia di costruzione in legno (Xlam o Platform frame) che abbinato alla sicurezza anti sismica, alla protezione anti incendio, alla salubrità degli ambienti, rendono le strutture portanti in legno tra le più confortevoli, sicure e ecologiche

La realizzazione di un edificio a zero consumi o a consumi quasi zero, assicura enormi benefici non solo collettivi ma anche individuali.
Oltre al suo scopo primario, ovvero la diminuzione dei consumi e la conseguente limitazione di emissioni di gas serra, comporta una minore spesa per riscaldamento e raffrescamento, e assicura un’assoluta salubrità che permette elevati livelli di comfort a chi lo vive.
Se pur complessa e piu costosa rispetto alla progettazione di un edificio “tradizionale”, la progettazione di un NZEB di nuova costruzione consente di prevedere fin dall’inizio tutti gli accorgimenti necessari al raggiungimento dell’obiettivo “energia quasi zero” , non stravolge le tecnologie costruttive o i canoni estetici richiesti dai committenti, si ha infine il vantaggio di usufruire dell’Ecobonus fiscale.
In parole ancora più semplici, con un sacrificio economico superiore all’inizio, si possono ottenere grandi vantaggi a lungo termini sia in termini economici che in salute.

Curiosità storiche…

Il primo progetto documentato di “edificio a basso consumo” lo possiamo attribuire al filosofo greco Socrate, che visse più di 2500 anni fa.

Senofonte narra che Socrate, nel bel mezzo di una crisi energetica causata da una carenza di legna da ardere, osservava : ” Nelle case che sono affacciate a Sud i raggi del sole penetrano nel portico in inverno, mentre in estate il percorso del sole si sposta più in alto sopra alle nostre teste ed oltre il tetto, così da regalarci l’ombra. E se questa soluzione è la migliore, dovremmo costruire gli edifici più alti verso Sud per sfruttare il sole durante l’Inverno e più bassi verso Nord per tenere fuori i venti freddi. Per farla breve, la casa in cui il proprietario può nel contempo trovare un rifugio piacevole in tutte le stagioni e custodire i suoi averi in modo sicuro è presumibilmente anche la più piacevole e la più bella”.

 

Mentre  Vitruvio (80-15 a.C.) nel trattato “De Architectura” scrisse : “ Se vogliamo che il progetto delle nostre case sia corretto dobbiamo cominciare a capire come è il clima dei paese in cui verranno costruite. Ci sono tipi di abitazioni appropriate per l’Egitto, altri per la Spagna, altri ancora differenti per Roma e così per tutte le terre ed i paesi con caratteristiche differenti”.