IL DEGRADO NEL TEMPO E L’ASPETTATIVA VITA DELLE CASE IN LEGNO RISPETTO ALLA COSTRUZIONE TRADIZIONALE

Le domande più ricorrenti che ci vengono poste tramite social, blog, sito web e contatti diretti sono:

“ Quanto costa una casa in legno ?“

“Le case in legno durano meno della case tradizionali?”

“Le case in legno perdono di valore commerciale nel tempo?”

La prima domanda merita un capitolo a parte perché incompleta, in quanto dipende da molti fattori non quantificabili con una risposta secca. Per usare un esempio che tutti possono apprezzare sarebbe come entrare in una concessionaria auto e chiedere quanto costa un’auto, senza precisare modello, prestazioni, accessori….e confort

La seconda e la terza domanda sono strettamente correlate e cerchiamo di approfondire l’argomento di seguito:

Si può affermare che ogni edificio, qualsiasi sia il materiale utilizzato, presenta fenomeni di degrado nel tempo, e deve essere soggetto a manutenzioni ad intervalli più o meno lunghi. Di esempi, buoni e cattivi, ne esistono a sufficienza e concernono tutti i materiali da costruzione.

Le tecniche e le tecnologie per progettare e costruire edifici (di legno, ma anche di muratura o altri materiali) sono disponibili; facendone uso in modo corretto e procedendo agli eventuali interventi di manutenzione previsti in modo altrettanto corretto, la durata nel tempo di una struttura portante di una casa non sarà  diversa in funzione del materiale usato.

L’esperienza insegna che edifici di legno anche molto antichi e bene progettati (nel caso specifico si fa riferimento alle pagode giapponesi, edifici a 5 piani costruiti in legno e resistenti alle condizioni climatiche e cataclismi da oltre 600 anni !) si sono conservati intatti fino a noi con modesti interventi di manutenzione, mentre opere moderne realizzate con altri materiali (infrastrutture in cemento armato che dopo tre anni crollano per errori di progettazione o per economia di materiali) hanno mostrato durabilità  inferiore: questo non vuol dire costruire un assioma assoluto in dipendenza del materiale utilizzato, ma conferma che la durata di vita è un parametro che può essere correttamente previsto e valutato in sede di progettazione di un edificio. Nel caso di strutture di legno questa durata può essere valutata nell’ordine di molte decine di anni (e oltre), a condizione che il progetto abbia preso in considerazione anche gli aspetti della durabilità ; sembra superfluo aggiungere in questo contesto che tale aspetto è un elemento essenziale di ogni progetto – di legno o di un altro materiale. È evidente – e non è una caratteristica specifica degli edifici di legno – che il “progetto” di per sé non è sufficiente, ma deve essere accompagnato anche da una esecuzione accurata dello stesso, e da successivi controlli ed eventuali interventi di manutenzione.

I motivi di degrado di una struttura abitativa possono essere dovuti a fenomeni di tipo biologico o abiotico (geologici, climatologici, atmosferici e/o incendio) parametri che valgono per tutte le soluzioni costruttive come ad es. fenomeni di corrosione per le strutture in acciaio o nel caso del calcestruzzo fessurazioni che possono portare appunto ad infiltrazioni di acqua con successiva perdita delle caratteristiche meccaniche della stessa opera in c.a.

Per quanto concerne fenomeni quali sisma, e incendio rimandiamo a progetto SOFIE del CNR IVALSA (http://www.ivalsa.cnr.it)  dove ripetuti studi e test effettuati, hanno dimostrato che in caso di sisma la struttura in legno risulta la più sicura in quanto, essendo il legno molto più duttile rispetto al cemento, è in grado di dissipare in modo più efficace le sollecitazioni derivanti dalle scosse sismiche.

Scopri di piu sui vantaggi di una casa in legno

La simulazione d’incendio su una casa di tre piani effettuata nel marzo 2007 presso il Building Research Institute di Tsukuba, in Giappone, ha dimostrato che questo tipo di edifici può resistere a un incendio della durata di un’ora conservando le sue proprietà meccaniche e lasciando inalterata la propria struttura portante  con prestazioni del tutto paragonabili a quelle in cemento armato

Per i fenomeni di tipo “biologico” dobbiamo innanzitutto precisare che è necessario definire un controllo progettuale evitando contestualmente zone di accumulo preferenziale di acqua umidità che possono fungere da innesco per lo sviluppo di organismi di degrado (quali principalmente funghi) e quindi portare ad una vita utile dell’opera inferiore rispetto a quanto definito nella normativa corrente.

– Da dove può prevenire l’acqua?

– Come viene trasportata l’acqua all’interno dell’edificio?

– Come può essere controllato il “carico di umidità”?

– Come può essere rimosso il “carico di umidità”?

Le “sorgenti” d’umidità per l’edificio : sempre in via del tutto schematica possono essere distinte in due

  • “Sorgente” di umidità interna all’edificio: ossia l’umidità derivante dalla presenza di persone all’interno dell’edificio e dalla loro attività (per maggiori info si rimanda ns post su VMC)
  • “Sorgente” di umidità esterna all’edificio: ossia umidità causata da precipitazioni, sistemi di irrigazione e acqua dal sottosuolo.

Per quanto riguarda le precipitazioni deve essere inoltre fatta un’analisi dei venti dominanti in quanto gli stessi possono essere veicolo di acqua piovana e quindi portare su particolari porzioni o facciate dell’edificio, possibili criticità innalzando contestualmente le relative spese di manutenzione.

Un’ulteriore sorgente di umidità è chiamata “umidità di cantiere”: in altre parole si tratta di acqua contenuta all’interno (principalmente ma non solo) del calcestruzzo, che durante il processo di maturazione si libera all’interno dell’ambiente.

Quindi si comprende subito che dei carichi di umidità, il progettista deve tener conto sia in fase di cantiere che durante la vita di esercizio del fabbricato, applicando laddove opportuno tutte le strategie necessarie a mantenere la struttura con un tasso di umidità inferiore al 20%, limite per cui si possono appunto innescare fenomeni di degrado da parte di organismi fungini.

Progettazione case in legno | Tipeco.it

Risulta pertanto evidente che la vita dell’edificio deve essere “progettata”, così come si possono progettare altri aspetti di un edificio (impianti, struttura, architettura) con un concetto, più moderno ed efficace, di durabilità  di tipo “costruttivo”, che consiste in una corretta concezione della costruzione atta ad evitare le condizioni favorevoli al degrado.

Nel caso di elementi non direttamente esposte alle intemperie, di regola il degrado biologico è escluso per definizione, in quanto non possono instaurarsi le condizioni di temperatura ed umidità  del legno favorevoli all’innesco dello stesso. In una costruzione moderna di legno, in cui le pareti sono realizzate con struttura a telaio di legno (platform frame) oppure con struttura in massiccio (Xlam), questi elementi strutturali sono protetti dalle finiture esterne dell’edificio che ne garantiscono la protezione dagli agenti atmosferici e quindi l’instaurarsi delle condizioni che determinano il degrado biologico. Si deve tuttavia garantire un progetto adeguato del pacchetto costruttivo con stratigrafie “aperte” alla diffusione del vapore, in modo tale da evitare la formazione di condensa all’interno delle pareti, anche se, la minore incidenza dei ponti termici nelle strutture legno evita di per sè fenomeni di condensa legati a questo problema, come per esempio si osserva per gli edifici in muratura o in cemento armato nel caso degli spigoli oppure nel caso dei balconi.

Utilizzando criteri di difesa dal “carico di umidità”, articolati all’interno dei principi di progettazione, definiti dai paesi anglosassoni come le regole delle “4Ds”(deflection, in senso letterale “deviazione”; drainage, “drenaggio”; drying “possibilità di asciugare”; durable materials “materiali durabili”).

La migrazione di umidità all’interno dell’edificio solitamente avviene attraverso quattro meccanismi che possono essere schematizzati come segue :

– Acqua liquida: è il movimento dell’acqua sotto l’azione di forze quali ad esempio la gravità o la differenza di pressione tra ambienti diversi;

– Capillarità: è il movimento dell’acqua liquida all’interno di materiali porosi, risultante da quelle che vengono comunemente chiamate “tensioni superficiali”; – –  Movimento d’aria: si riferisce al movimento del vapore acqueo risultante movimenti d’aria non nello spazio ma anche all’interno dei medesimi materiali da

costruzione;

– Diffusione: è il movimento del vapore d’acqua risultante da una differenza di pressione tra ambienti confinanti.

In generale In ambito costruttivo, ma in particolare per le costruzioni in legno i punti di maggiore vulnerabilità, sono sicuramente l’attacco a terra e la corretta posa degli infissi e in minor misura le travi copertura, che poste all’interno di un ambiente abitabile, di regola il degradamento del materiale è un rischio molto remoto.

Sicura nella qualità e solidità nel valore

Gli scienziati Prof. Dr.-Ing. Stefan Winter e Dipl.-Ing. (FH) Daniel Kehl sono arrivati alla conclusione che le moderne case in legno prefabbricate non si differenziano in fatto di durata e mantenimento del valore dalle case in muratura tradizionale. Rispondono pienamente a tutte le esigenze di isolamento termico, acustico, potere ignifugo e resistenza all’umidità ed in parte superano addirittura i valori richiesti. La durata tecnica delle costruzioni in legno può superare, premessa una ordinaria manutenzione, anche parecchi secoli.

Gli scienziati della cattedra di edilizia in acciaio e legno dell’università di Lipsia hanno esaminato il sistema di costruzione a struttura in legno e pannelli in legno sin dagli anni sessanta, documentando e confrontando i sistemi con altre forme costruttive. In questo modo hanno potuto constatare che i criteri costruttivi sono via via migliorati in modo significativo. Le case in legno moderne sono all’avanguardia e rappresentano costruzioni qualitativamente valide, che ingiustamente vengono considerate meno preziose, conferma lo studioso. Case prefabbricate con alta tecnologia come vengono prodotte oggi sono giudicate dagli esperti di qualità uguale alle case tradizionali, se non maggiore.

Concludendo la qualità e durabilità di una costruzione non è dovuta tanto al “sistema costruttivo” quanto, ad una corretta progettazione, ad una posa accurata, ad una scelta dei materiali più idonei alle caratteristiche intrinseche del territorio e del clima,  perfetta areazione e asciugatura degli elementi in legno, ed all’installazione di sistemi di monitoraggio attivi e passivi che consentano di intervenire prontamente in caso di variazione del tasso d’umidità dovuta ad uno dei succitati quattro fattori di migrazione.

Ti.Pe.Co nell’ottica di garantire la qualità delle proprie costruzioni utilizza il sistema di monitoraggio MyMeter®

che è il Sistema brevettato della WoodControl che rileva ed elabora i dati (umidità e temperatura) raccolti attraverso una rete di sensori, inseriti nel legno e distribuiti nei punti critici dell’edificio.

Tutte le informazioni sullo stato del sistema sono visualizzabili tramite, smartphone, tablet o pc, senza bisogno di installare alcuna app.

Il sistema è composto da un’unità centrale di raccolta e memorizzazione dati dotata di accesso WiFi, server web, interconnessa ai sensori puntuali via bus proprietario , via radiofrequenza e via rete con metodo brevettato ad onde convogliate.

Ogni sensore dispone di una sonda di temperatura e di due cavi orientabili, di lunghezza variabile per il posizionamento delle sonde di umidità nei punti critici della struttura. In caso di criticità rilevata, la centralina segnala un alert al device, individuando il sensore interessato dall’allarme.

Tramite lo storico dati, un grafico indica la tendenza a crescere o a diminuire dell’umidità in ogni singolo punto.

Il sistema è, inoltre, in grado di controllare la funzionalità di ogni singolo sensore tramite una auto-diagnosi giornaliera, che in caso di guasto allerta la centralina.

Gli allarmi possono essere gestiti anche tramite sistemi di domotica di terza parte.

Tornando alla prima domanda….Quanto costa una casa in legno?